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1 percorso Bottidda

Escursioni > Bottidda - Bono
Itinerario 9

1 Percorso

Chiese del Campo - Nuraghe Badde Cherchi - Fiume Tirso - Pasciarzu

Il punto di partenza del nostro itinerario è stato localizzato nell'area in cui sorgono le cinque famose chiese del campo di Bono raggiungibili dalla strada Abbasanta-Olbia, svoltando a destra nel bivio per S. Restituta. Si prosegue per circa km 4,5 sino a svoltare a sinistra su una ripida salita in cemento. Dopo alcune centinaia di metri si scorge a sinistra la chiesa di S.Barbara (G11) e la chiesa di S. Nicola (G10) nelle immediate vicinanze.
Proseguendo sulla salita, per un centinaio di metri, si raggiunge la chiesa di S. Restituta (G13) vicino alla quale sorge la chiesa di S. Ambrogio (G12) .
Ritornando indietro sulla strada asfaltata S. Restituta-Bono, in direzione Bono, dopo 800 metri si oltrepassa un cancello verde sulla destra e raggiungiamo la chiesa di S. Gavino (denominata sulla carta IGM S. Baingio) (G9) .
Ritornati sulla S. Restituta-Bono dopo circa km 2,2 incontriamo una strada asfaltata sulla sinistra:

- da percorrere se si vogliono visitare il nuraghe di Badde e Cherchi e le tombe di giganti di Pasciarzu ;

-da tralasciare se si vuole proseguire sino al ponte sul fiume Tirso.
Svoltando a sinistra al km 2,2 ci immettiamo sulla strada asfaltata secondaria, all'inizio della quale fermiamo il veicolo per oltrepassare un altro cancello verde sulla destra (chiuso a chiave) che su strada poderale conduce a delle costruzioni, dietro le quali troveremo il nuraghe Badde Cherchi (A35) .
Proseguendo sulla stretta strada asfaltata (lunga sino alla sua fine circa km 3,3 ) per circa km 2, dopo il 2° ponte si lascia il veicolo ai margini della strada e si prosegue a destra per raggiungere dopo qualche centinaio di metri il rio Carradores, oltre il quale si trovano le due tombe di giganti Pasciarzu: la prima (H6) situata in corrispondenza della quota 221 e la seconda (H7) un centinaio di metri più a destra.
Ritornati sulla stretta strada asfaltata si prosegue sino alla sua fine e si costeggia la località Badu Erveghes dove scorre il fiume Tirso. All'incrocio ci immettiamo a destra sulla SP 84 in direzione di Bottida e dopo aver attraversato il ponte sul Tirso si svolta immediatamente a destra su una strada asfaltata (segnalata con l'indicazione della carreggiata larga 3,50 m) e ci si immette sulla prima strada bianca a destra, per raggiungere la riva del fiume Tirso. Qui è possibile osservare la vegetazione riparia (E31) caratterizzata da tamericio (Tamarix gallica), menta acquatica (Mentha aquatica), diverse specie di salice (Salix atrocinerea), lisca (Typha angustifolia) e le canne (Phragmites australis), ecc., o dilettarsi nella pesca (T5).

L'ITINERARIO NEI SUOI PARTICOLARI


Il punto di partenza è stato localizzato nel sito dove sono state edificate le ben note cinque Chiese del Campo, famose tra l'altro per la loro estrema vicinanza una con l'altra e visibili da tutti i centri della Costera. La prima chiesa che troviamo lungo la ripida salita è dedicata a S. Barbara. Questa viene festeggiata a settembre con una messa e con un pranzo, organizzato dal comitato, a base di pecora bollita. Al pranzo si può liberamente partecipare e tutt'intorno l'area è stata attrezzata per poter accogliere moltissime persone.
La chiesa di S. Nicola si trova sulla sinistra lungo la discesa e viene aperta in occasione dei festeggiamenti e della messa in suo onore che si tengono nel mese di settembre.
Proseguendo sulla ripida salita si raggiungono le vicinissime chiese di S. Restituta e di S. Ambrogio i cui festeggiamenti si celebrano rispettivamente in giugno e in settembre.
Tra queste chiese - edificate intorno al XVII - XVIII secolo e appartenenti probabilmente al villaggio di Lorthia - un cenno particolare merita S. Restituta, con la semplice facciata movimentata solo da un portale architravato sormontato lungo lo stesso asse da un'apertura rettangolare. I fianchi sono irrobustiti dai contrafforti, così come nella chiesa di S. Barbara. Il retroprospetto è stato purtroppo occultato dalla recente aggiunta di un corpo rustico. L'interno a navata unica conserva nel presbiterio un altare ottocentesco, policromato in cemento, che mostra una foggia eclettica con colonne doriche, nicchie e una mensa sormontata da due gradini.
Poco distante da queste chiese - nel sito dove sorgeva il medievale villaggio di Lorthia, abbandonato intorno al XV secolo - possiamo visitare la chiesa di S. Gavino, indubbiamente la più particolare e di maggior interesse specie dal punto di vista architettonico. La piccola chiesetta (larga 4,50 metri e lunga circa 8 metri) è certamente la più originale, essendo costruita interamente in cotto. I paramenti delle chiese romaniche sarde sono caratterizzati dall'utilizzo del materiale litico piuttosto che dall'uso del laterizio che è stato riscontrato, oltre che nella chiesa di S. Gavino di Lorthia, nella chiesa di S. Nicola di Villaputzu.
La chiesa di S. Gavino, parrocchiale del villaggio di Lorthia, fu edificata nella seconda metà del XII secolo. Originariamente aveva l'aula mononavata conclusa con l'abside semicircolare che attualmente si presenta tamponata con tre nicchie che accolgono le statue dei santi Gavino, Proto e Gianuario, risalenti al XVII - XVIII secolo.
Esternamente la chiesa è libera per tre lati mentre il quarto è occultato da un edificio addossato in periodo successivo alla sua edificazione. Nella facciata si apre il portale centinato con la ghiera dell'arco realizzata con dei conci di trachite. Con il rifacimento del tetto è stato, probabilmente, perso il coronamento dei frontoni di facciata e del retroprospetto. Infatti soltanto in un tratto del fianco e nell'estradosso del catino absidale si conservano le cornici sgusciate originali.
L'interno della chiesa - coperta con capriate lignee e oggi completamente intonacato - era illuminato da due finestre cruciformi (ora tamponate), aperte rispettivamente nel frontone di facciata e in quello del retroprospetto e da una monofora ancora oggi visibile nell'unico fianco libero. La chiesa viene aperta in occasione dei festeggiamenti civili e religiosi che si tengono l'8 di maggio.
Dopo la visita alle Chiese del campo, proseguendo verso Bono, raggiungiamo il nuraghe Badde Cherchi, sito nell'omonima località, E' un nuraghe complesso con il mastio a cui si accede da un corridoio tabulare e gradonato, con garitta sulla destra e scala sulla sinistra, che conduce alla camera centrale circolare notevolmente ampia (diametro 10,70 metri). Un impianto classico che diventa quindi particolare per via del corpo ad arco di cerchio che è stato aggiunto lateralmente. Inoltre in corrispondenza di questo tratto di cortina curvilinea granitica addossata alla roccia naturale si apre un piccolo ambiente quadrangolare che risulta essere ad un livello inferiore rispetto al pavimento del nuraghe.
Proseguendo verso la località Pasciarzu troviamo, a breve distanza una dall'altra, le due tombe di giganti omonime perfettamente orientate ad Est e simili nelle dimensioni. La prima ancora in buone condizioni conserva il corridoio lungo 15 metri e largo 2 metri - realizzato a filari orizzontali di pietre di medie dimensioni e una parte dell'esedra delimitata da lastre infitte a coltello.
L'itinerario si conclude lungo le rive del fiume Tirso, ricoperte in parte dalla vegetazione acquatica caratterizzata da tamericio (Tamarix gallica), menta acquatica (Mentha aquatica), diverse specie di salice (Salix atrocinerea), lisca (Typha angustifolia) e le canne (Phragmites australis). In esso è possibile ammirare diverse specie di uccelli acquatici, pescare lungo le sponde o godersi la vista del paesaggio.
 
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