NULE
Sindaco: Giuseppe Manca
Censore: Salvatore Manca
Dissero a risposta non esservi inimicizie, per l’amministrazione della giustizia non avere altro da rappresentare, se non che lo scrivano esige diritti eccessivi, come sarebbe un soldo per ogni bollettino, dieci soldi per la rivista ed altrettanti per cadun mandato, e cosi delli altri atti.
I diffamati nel discolismo sono :
Antonio Bitti
Francesco Sanche
Giò Delogu minure alias Cuttu
Giuseppe Scanu Pigueta
Giò Nieddu
Antioco Cannas di Bultei maritato a Nule
Giuseppe Diana, di BuItei maritato a Nule
Che il reggidore in tempo di visita esige dieci soldi, e li diritti di verbale molto eccessivi.
Regole e leggi
La nomina del sindaco si fa con giunte della comunità, precedente permesso;la terna quale uno viene nominato dalla comunità, l'altro dal sindaco vecchio, e l'altro dal maggiore di giustizia, indi il reggidore elegge quello che ,gli sembra più capace, e gli si spedisce subito la procura, per la quale si paga tre scudi ed esercisce senza stipendio,e se occorre spese comuni, si prende a diramma. Per direzione del monte granatico, si conservano le previdenze del pregone. Il fondo attuale è di 20 starelli d'orzo e 15 di grano. Si sono seminati 5 starelli d'orzo e 4 di grano. Vi si trova pascolo a sufficienza per ogni scorta di bestia. Gli individui sono più interessati al seminato che alla paga. Verte una lite nella R. Udienza con la comunità di Benetutti, ed un’ altra con quella di Pattada, sulla R. Governazione per fatti di territorio. Non ritrovare alcuno spurio e quando se ne incontra qualcuno, si spedisce alla curia di ocier, perché si provveda.Dei nominati Giò Mazale e Maria Campus pattadese fassi contratti usurai rispetto al prestito del grano, su rimanente si osserva da chiunque il R. Editto, dopo che più verificato il fatto.
Il territorio di questa villa non essendo di buona qualità, non atto ad alcun piantamento di alberi, in prova di che nemmeno le vigne sono di utilità, e sebbene si potesse inserire gli olivari, quell'individui non sono capaci.
Ritrovasi tuttavia molta moneta vecchia, e li pesi e misure raffinate a Sassari.
Molte sono le considerazioni che siamo portati a trarre dalla lettura della relazione del segretario del viceré Des Hayes. In primo luogo la debolezza dei rispettivi consultori delegati attuali, non troppo adatta ai torbidi di quei paesi ed alla fierezza di quelli abitanti.
Altro male: gli arrendatori. Questi costituivano, allora, una classe privilegiata, che si arricchivano in breve tempo, succhiando “il sangue dei cittadini indifesi”. Gli arrendatori erano incaricati di percepire gli affitti dei terreni -che erano tutti di proprietà del re - trattenevano una forte percentuale, obbligandosi, però, a provvedere a certe spese, come per il vitto da distribuirsi ai carcerati. Abbiamo visto come adempivano a questo ufficio.
Dal pagamento del censo e dalle diramme venivano poi esclusi i nobili, quelli che prestavano servizio per conto del re, quelli che sapevano leggere ed i signori in genere (compresi gli stranieri), vestiti di panno. Inoltre v'erano sempre i raccomandati, i quali venivano esonerati da certi obblighi.
Da segnalare ancora il pessimo stato delle carceri mandamentali: peggiori dei famosi « forni » di Barnabò Visconti!, perché almeno li, risulta, non si moriva di fame.
Perciò quando Giovanni Maria Angioy, l'Alternos, ispirandosi alle idee proclamate dalla Rivoluzione Francese, innalzò il vessillo di rivolta contro i prepotenti feudatari, tutto il Goceano, oppresso dalla secolare servitù ed anelante alla libertà, si schierò con lui e con lui lottò tanto che il governo si vide costretto ad inviare a Bono, patria dell' Angioy , un distaccamento di soldati, che va sotto il nome di « Spedizione punitiva contro Bono », per rimettere l'ordine.
I soldati del re occuparono Bono e vi si abbandonarono ad atti di crudeltà contro la popolazione, atti innominabili,poi,i “Conquistatori”, sicuri d’aver raggiunto lo scopo si diedero al vino e alla crapula.Nel frattempo accorsero molti dalle ville vicine, particolarmente da Benetutti, altra roccaforte dell’Angioy, i bonesi dalle campagne, e tutti uniti assalirono improvvisamente i soldati.Ne fecero una vera strage e pochi riuscirono a salvarsi con una fuga precipitosa.Questo episodio è anche oggi ricordato dai bonesi durante la festa di S. Raimondo, con la famosa zucca.Una zucca la più grossa prodotta negli orti di Bono, posta sopra un carro inghirlandato, portata in giro per le principali vie del paese, poi, in ultimo, sulla vetta del colle ove sorge la chiesa di S. Raimondo.Quivi giunti, la zucca viene fatta rotolare per il pendio, tra le risa e gli scherni ,proprio come da quel colle,quel giorno fecero rotolare i soldati del re.Questa lotta,è vero, non partorì alcun risultato utile agli abitanti del Goceano, anzi causò nuovo sangue, perché la vendetta del re fu tremenda! Valse, però, a dimostrare al sovrano che gli abitanti del Goceano non avevano ammainato la bandiera, che nulla avevano perduto dal fiero animo dei loro padri antichi, i quali per infinite generazioni avevano lottato a tutela della propria libertà.Dimostro che il Goceano aveva bisogno di nuove leggi e le esigeva, dimostrò che quelle popolazioni erano assetate di giustizia, e la esigevano! Ben altre lotte attendevano i Goceanesi;e pure in esse si dimostrarono all’altezza dei loro Avi. Arriviamo così al 1831.
indice