Itinerario 1
1° percorso
San Saturnino - Luzzanas - Urchi - S'Aspru - Sa Mandra 'e Giosso
Lasciato il veicolo nel parcheggio antistante alle Terme di San Saturnino (C2) si possono visitare, nelle immediate vicinanze, i resti delle terme romane (calidarium) situate proprio dietro lo stabilimento, e la Chiesa romanica di San Saturnino (G1) dal lato opposto della strada; quest'ultima è stata costruita sopra l'omonimo nuraghe trilobato riportato alla luce dai recenti scavi archeologici. Proseguendo dalle terme, lungo la SP 86 per Benetutti, dopo soli 400 m sulla destra troviamo la nuova stazione termale "terme Aurora" (C1) e poco più avanti, girando sulla destra in una sterrata e percorrendola per circa 500 metri si può visitare la domus de janas di Su Anzu 'e Sos Beccos (B1) localizzata sulla quota 275.
Nella piana di S. Saturnino sono state censite 8 sorgenti di acque termo-minerali, in parte sfruttate dagli stabilimenti e in parte accessibili a tutti, perché sono in aperta campagna. Tra le emergenze termo-minerali consigliamo la visita a Su Anzu de Sos Nervios (S6) (distante appena 1 km dal nostro punto di partenza), dove si può fare liberamente il bagno nella vasca in pietra, circondata da numerose piante di Juncus acutus, e Su Anzu de Sos Beccos (S5), che si trova inglobata nel vecchio stabilimento termale, ormai in disuso, dietro l'attuale di S. Saturnino.
Ritornando alla SP 86 e percorrendola per circa 900 metri, svoltiamo sulla sinistra in una sterrata lungo la quale si oltrepassano due cancelli (il primo dopo 500 metri ed il secondo dopo altri 300 metri); in corrispondenza dell'ultimo cancello, si ferma il veicolo e si prosegue a piedi (per circa 10 minuti), frontalmente al cancello e costeggiando un muretto a secco, sino a raggiungere la riva del fiume Tirso (quota 256), interessante sito paesaggistico (D1) dove, con un po' di fortuna, è possibile veder volteggiare l'Airone cinerino e dove è possibile dilettarsi nella pesca (T1). Nell'affioramento roccioso - dove il fiume si incurva - si può scorgere l'ingresso a pozzetto della necropoli Sa Menta (B2) con tre domus de janas tra le quali è di particolare interesse quella che presenta sulla parete una incisione raffigurante un labirinto. Sulla strada del ritorno, per coloro che intendono prolungare la passeggiata, si segnalano sulla sinistra sopra un cucuzzolo (quota 280), i resti del nuraghe Luzzanas (A3).
Rimettendoci sulla SP 86 verso Benetutti-Nule, dopo circa 750 metri (quota 285), prendendo come punto di riferimento l'azienda con i silos (sita in località Mercuria) poco prima di questa si svolta sulla destra su una sterrata per raggiungere, dopo circa km 2,8 , la località Puddighinu dove è possibile visitare i nuraghi Puddighinu Alto (A1) situato sulla collina di sinistra (in corrispondenza della quota 303) e Puddighinu Basso (A2), situato nella collina opposta. Nelle immediate vicinanze sorgono anche le omonime domus de janas (B4). Lungo il percorso si attraversano il Rio Minore prima e il Rio Mannu poi, rendendo l'escursione interessante non solo dal punto di vista archeologico ma anche paesaggistico.
Proseguendo sempre sulla SP 86, dopo circa km 1 si può scorgere sulla destra il nuraghe Carvoneddu (A4), interessante per la tecnica di costruzione, cosiddetta, poligonale.
Continuando sulla SP 86, dopo km 4 dal punto di partenza, si raggiunge il bivio Benetutti-Nuoro e si svolta a sinistra per Benetutti sulla SP 22; dopo circa km1,5 , prima del centro abitato, si svolta a sinistra in corrispondenza del cartello per Nule; dopo circa 600 metri si gira ancora a sinistra e si percorre, per circa km 2,3, una stretta strada inizialmente asfaltata e successivamente in cemento fino ad incontrare sulla destra un cancello azzurro da oltrepassare per immetterci su una sterrata fiancheggiata da rigogliosi oliveti. Dopo alcune centinaia di metri raggiungiamo la casa rurale in località S'Aspru e lasciamo il veicolo; proseguiamo a piedi per circa 800 metri lungo un sentiero ben tracciato sino ad arrivare in prossimità di un muretto a secco oltre il quale, a poche decine di metri, è situato il nuraghe S'Aspru (A5).
Ritornati indietro al cancello, proseguiamo a sinistra sulla strada in cemento, per svoltare, dopo 300 metri, a sinistra in corrispondenza di una ripida e breve salita fiancheggiata da muretti a secco. Lasciamo il veicolo, scavalchiamo il muretto a secco a sinistra per giungere, soltanto dopo pochi metri, alle domus de janas di Sa Mandra 'e Giosso (B3). Da questo sito sono ben visibili in lontananza spostando lo sguardo da sinistra verso destra, le vette di Monte Rasu, Punta Bobore Manchinu, Punta Masiennera e il nuraghe S'Aspru.
IL PERCORSO NEI SUOI PARTICOLARI
Il nostro 1° percorso, che partendo dall'area termale di S. Saturnino si concluderà nella località Sa Mandra 'e Giosso, ci guiderà nella visita di alcuni siti archeologici e naturalistici.
Dopo aver visitato la già descritta area termale, oltre le Terme Aurora ci addentriamo sulla destra nella campagna, per poche centinaia di metri, sino a raggiungere la domus de janas de Su Anzu 'e Sos Beccos, poco distante dalla sorgente omonima.
All'interno della domus, scavata su un affioramento roccioso, si accede da un portello esagonale; tutt'intorno all'anticella, con il soffitto perfettamente lavorato, si aprono 5 celle dove venivano deposti i defunti.
Proseguendo sulla SP 86, verso Benetutti, dopo circa 1 km ci addentriamo nella campagna, questa volta a sinistra, in località Luzzanas, attraverso un prato - pascolo, dove possiamo visitare il nuraghe e una capanna, prima, e le domus de janas omonime, più avanti.
Il nuraghe, edificato su una collina (quota 280), si presenta attualmente in discreto stato di conservazione: la tipologia a corridoio lo rende, comunque, interessante perché in Goceano se ne conoscono soltanto una decina di esempi.
La muratura esternamente ha un'andamento ellittico; mentre all'interno si può ancora individuare un tratto di corridoio ad andamento rettilineo, coperto con le piattabande.
Il nuraghe - circondato da un muraglia - conserva intorno le tracce del villaggio nuragico, ulteriormente difeso dall'antemurale.
Vicinissima una dimora temporanea molto particolare: si tratta di una piccola capanna ellittica - interamente realizzata in pietra - una rarità per il Goceano, perché questa tipologia è diffusa per il più nella Planargia settentrionale (specie a Sindia).
Interessante l'andamento della muratura perimetrale, sulla quale superiormente poggia il tetto che assume, di conseguenza, la particolare forma "a sella", perché l'altezza dal suolo varia raggiungendo la quota più alta ai limiti del diametro maggiore dell'ellisse e quella più bassa ai limiti del diametro minore. Per questo semplice stratagemma costruttivo la gronda risulta curva, così come anche la trave di colmo, caratterizzando la forma del tetto, coperto con un manto di tegole.
Alla capanna si accede da un ingresso, con l'architrave e gli stipiti monolitici in pietra, chiuso da una porta a battente unico con il portello, attraverso il quale veniva illuminato l'interno, altrimenti privo di altre aperture. La struttura portante del tetto è tutta impostata su un grosso tronco ligneo, che funge da trave di colmo, sopra il quale trova appoggio l'orditura secondaria e l'incannicciato.
Le domus de janas sono state scavate su un affioramento roccioso che si estende sino al vicino fiume Tirso; alle due domus si accede dall'alto, da un' unico ingresso a pozzetto: è questa una particolare variabile di sepolcro ipogeico a pozzetto, con i portelli per le due domus posti uno di fronte all'altro.
La n° 1, nota anche come domus di Sa Menta, ha un impianto pluricellulare: dall'anticella si può accedere alle altre due cellette tramite delle aperture quadrangolari, mentre una terza celletta è inaccessibile perché interrata.
Entrando nella domus 1, sulla parete di sinistra, segnaliamo l'incisione di un labirinto, significante forse il passaggio dalla vita alla morte, realizzato secondo la tecnica a polissoir, forse risalente all'epoca romana.
Immediatamente dietro le domus, segnaliamo un sito di rilevante interesse paesaggistico dove scorre il fiume Tirso, nel quale si può vedere volteggiare l'Airone bianco.
Proseguendo sulla SP 86, verso Benetutti, svoltiamo a destra su una sterrata, seguendo la quale raggiungeremo la località Puddighinu, dopo aver attraversato il rio Minore e subito dopo il rio Mannu; in questa possiamo visitare alcune domus, i nuraghi Puddighinu Basso e Puddighinu Alto.
Mentre Puddighinu Basso è un monotorre circondato da un recinto difensivo, Puddighinu Alto è a tholos complesso, con le cortine murarie a profilo concavo - convesso, cortile interno e le torri laterali raccordate da corridoi.
Quest'ultimo è, inoltre, particolarmente interessante visto che conserva perfettamente intatta la scala, percorribile dalla terrazza verso il basso: nel primo tratto troviamo i gradini, poi si prosegue con una rampa che si interrompe (rendendo, così inaccessibile la camera della torre centrale) a causa del terriccio accumulatosi nel corso del tempo.
Proseguendo sulla SP 86, verso Benetutti, dopo circa 1 km si scorge sulla destra il nuraghe Carvoneddu: è un monotorre a tholos, costruito, secondo la tecnica poligonale (con grosse pietre trapezoidali e non, disposte disordinatamente insieme a quelle di minori dimensioni) sfruttando, per l'appoggio, la roccia sottostante.
Il nuraghe è stato, infatti, eretto su un filone di aplite, utilizzando la roccia filoniana, fratturata come materiale da costruzione.
Esternamente la struttura muraria si presenta in ottimo stato di conservazione, mentre l'interno non è accessibile per la presenza dei rovi che ostruiscono l'ingresso, in parte crollato.
Da segnalare, inoltre, l'architrave dell'ingresso per via delle sue ciclopiche dimensioni.
Continuando il percorso sino al paese di Benetutti, si raggiunge la località S'Aspru, dopo aver percorso una sterrata, nell'ultimo tratto fiancheggiata da rigogliosi oliveti, per circa km 3: dalla casa rurale omonima proseguiamo sino al vicino nuraghe S'Aspru.
Si tratta di un nuraghe a tholos complesso, con il mastio centrale circondato da un bastione, su cui si apre un cortile rettangolare, e al quale è stato addossato successivamente un corpo ellittico, con due ambienti interni non accessibili.
Nella camera centrale, dove sono visibili tre nicchie, purtroppo, è crollata la tholos, a causa dei continui scavi clandestini ad opera dei tombaroli.
Non lontano possiamo visitare le due domus de janas de Sa Mandra 'e Giosso, site nell'omonima località: queste sono state scavate, una a poca distanza dall'altra, su degli affioramenti rocciosi, dai quali si possono riconoscere le vette più alte della Catena del Goceano (Monte Rasu, Punta Bobore Manchinu, Punta Masiennera) ed anche l'altura dove è stato edificato il nuraghe S'Aspru (quota).
La domus 1, ha un impianto pluricellulare, con l'anticella semicircolare dalla quale, attraverso un portello, con lo stipite destro in cui è stata sagomata una lesena, si accede ad una prima cella trapezoidale, attraversata la quale si accede ad una seconda subquadrangolare, che presenta la particolarità di un pilastro centrale. Sulla sommità del pilastro è praticata un' apertura che conduce ad un livello superiore, con due cellette sovrapposte alla precedente.
Tale espediente tecnico sembra dovuto alla necessità di recuperare spazio ed alla possibilità di scavo solo in altezza, essendo già sfruttato in orizzontale tutto lo spazio disponibile della formazione rocciosa.
La domus 2, ha un impianto pluricellulare, con corridoio, cella ellittica, vano centrale subrettangolare con nicchia e terza cella quadrangolare. Nella prima cella è visibile un'incisione ad angolo retto e tracce di colore rosso.