La fondazione del villaggio risalirebbe al 1393, quando Mariano d'Arborea condusse qui 25 famiglie dì coloni perché coltivassero le terre della Corona. Così sorse il paese, in una posizione di forte pendio, ai piedi dell'erta roccia su cui era stato fondato dal giudice dì Torres, Gonario, fra il 1127 e il 1129, il castello del Goceano (detto oggi anche castello di Burgos). Del castello resta oggi una triplice cinta di mura, in cui sì aprono larghe feritoie, e soprattutto la possente torre centrale.
Nel castello sì svolse una parte della storia del Goceano, conteso prima fra i giudici sardi, poi fra giudici dì Torres e Pisani, poi fra gli Arborea e gli Aragonesi. Qui, agli inizi del Duecento, il giudice di Cagliari Guglielmo di Massa assediò e fece prigioniera la moglie del giudice Costantino di Torres, Prunisinda; qui, alla metà del Duecento, visse la giudicessa Adelasia dì Torres abbandonata dal marito Enzo di Svevia, nominato "re di Sardegna" dal padre, l'imperatore Federico II; qui, infine, si rifugiò con i suoi uomini Artaldo, figlio dì Leonardo Alagon, ultimo discendente degli Arborensì, poco prima che, con la battaglia di Macomer dove lo stesso Artaldo trovò la morte (1478), declinasse per sempre la resistenza dei sardi alla conquista aragonese.
Il territorio tutt'intorno era naturalmente abitato già nell'antichità, come testimoniano i nuraghi di Sa Toa, Su Traile, Edra, Frida, Saddaco.
La montagna alle spalle del paese è dì incomparabile bellezza. A Foresta Burgos, al centro della vasta catena di boschi che segue i crinali del Goceano, vi sono centri di assistenza forestale e un importante centro dì allevamento ippico.
La chiesa parrocchiale è intitolata a S. Antonio Abate.